Continuiamo il nostro racconto della stagione 2010/2011. Oggi, ai nostri microfoni, è giunto il comandante di quella fantastica squadra: mister Giuseppe Angelini.
“Beppe”, è un ex giocatore che ha concluso la carriera proprio a Santarcangelo, per poi intraprendere la carriera da allenatore. Il mister nativo di Rimini ha guidato, tra le altre, squadra di blasone come Cesena, Forlì, Livorno e, ovviamente Santarcangelo.
Nell’anno della vittoria del campionato di Serie D, è stato il condottiero capace di creare un mix perfetto tra lo zoccolo duro degli anni precedenti e i giovani nuovi arrivati.
Gli abbiamo fatto qualche domanda e abbiamo ricordato piacevolmente quell’anno straordinario.
“Buonasera mister, stiamo raccontando la storica annata del 2010/2011, raccontaci un po’ com’è andata?”
“La stagione 2010-2011 è stata una stagione indimenticabile. Presi le redini di una buona squadra, un gruppo già consolidato che l’anno prima avevano fatto un ottimo campionato. Grazie al contributo della società avevamo aggiunto sia giovani che avevo allenato nelle giovanili del Cesena, sia qualche ragazzo che aveva bisogno di rilanciarsi come ad esempio Ambrosini. Si creò un gruppo straordinario, ancora oggi i ragazzi si sentono tra loro. Capii subito durante il ritiro che non era così semplice batterci perciò insieme al presidente decidemmo di inserire un premio promozione. La partenza non fu delle migliori, ogni tanto perdevamo ogni tanto vincevamo ma c’era un buon gioco.
Dopo la partita col Cesenatico, ultimo in classifica, facemmo 25 partite senza perdere. Fu ancora più incredibile perché c’erano squadre ancora più blasonate come ad esempio Rimini o Sambenedettese.”
“Hai avuto da subito la sensazione di poter vincere il campionato?”
”Sin da subito era difficile immaginare la vittoria del campionato. La svolta, come detto prima, fu a Cesenatico; durante la partita sbagliammo diversi gol e, nello spogliatoio, la rabbia di Locatelli fece scattare qualcosa nella testa dei ragazzi. Personalmente ci ho sempre creduto, è normale poi, strada facendo la convinzione fosse sempre maggiore.”
“Qual’è stato il vostro punto di forza?”
“Ovviamente c’erano più punti di forza in quella squadra, però quello che ha fatto la differenza è stata la disponibilità che ogni giocatore ha dato; sia chi era titolare, sia chi subentrava anche per pochi minuti dava il massimo. Un esempio è Tonelli che non era titolare ma quell’anno fece 8 gol. Oltre ai ragazzi che erano straordinari, anche la società lo era. L’ambiente era tranquillo, ci permetteva di dare il meglio senza subire pressioni e questo ci ha portato ad essere una vera e propria famiglia.”
“Sei stato anche un giocatore qui a Santarcangelo, raccontaci di quegli anni…”
”Parlando della mia esperienza da calciatore posso dire che mi sono divertito molto. Ero a fine carriera ma ho dato il mio contributo. Oltre a ciò questo ha permesso di farmi conoscere dalla società e dall’ambiente e mi ha aiutato ad essere ingaggiato come allenatore.”
“Cosa vuoi dire ai ragazzi di Santarcangelo che sognano di indossare la maglia Gialloblù?”
”Ai ragazzi di Santarcangelo posso dire che è l’ambiente ideale per poter provare a fare qualcosa nel calcio. La nuova società sta facendo un grandissimo lavoro e si ha la libertà di crescere senza avere particolari pressioni. Oltre a ciò è una piazza che ha un discreto blasone e da cui sono cresciuti calciatori che hanno fatto carriera nei campionati professionistici.”
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